Studi di settore: modifiche apportate con il disegno di legge di conversione del DL 193/2016
Il disegno di legge di conversione del DL 193/2016, nella versione approvata dalla Camera, che ora dovrà essere presa in esame dal Senato, interviene apportando importanti modifiche agli studi di settore, nell’intento di trasformarli da uno strumento repressivo ad uno strumento di auto-verifica dei propri comportamenti gestionali e fiscali, che incentivi all’adempimento spontaneo e all’autoemersione di basi imponibili sottratte al Fisco.
In particolare, l’art. 7-bis del decreto dispone:
– l’introduzione di appositi indici sintetici di affidabilità fiscale, a decorrere dal periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2017;
– la contestuale eliminazione delle disposizioni che prevedono l’utilizzo degli studi di settore ai fini dell’accertamento.
I nuovi indici dovrebbero operare sulla base dei dati e delle informazioni riportate dai contribuenti nei modelli di comunicazione dei dati rilevanti che, quindi, non verranno meno, ma saranno semplificati, come emerge dalla lettura delle nuove bozze dei modelli degli studi di settore per il 2016.
Le modifiche più rilevanti riguarderanno i quadri C – “modalità di svolgimento dell’attività” e D – “elementi specifici dell’attività”, mentre il quadro F contenente i dati contabili rimarrà sostanzialmente invariato. Secondo alcune anticipazioni, non dovrebbero essere più riportati il quadro Z, destinato a raccogliere i dati utili alle successive evoluzioni degli studi di settore, ed il quadro T, relativo ai correttivi anti-crisi.